L’intima comunità di vita e di amore coniugale tra uomo e donna è sacra, ed è strutturata in base a leggi stabilite dal Creatore, che non dipendono dall’arbitrio umano. «Secondo il disegno di Dio, il matrimonio è il fondamento della più ampia comunità della famiglia, poiché l’istituto stesso del matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati alla procreazione ed educazione della prole, in cui trovano il loro coronamento»
Corso fidanzati
Si consiglia la partecipazione al corso, non soltanto nella imminenza del matrimonio, ma sarebbe bello anche decidere di farlo due, tre anni prima; occasione di riflessione su cosa è il matrimonio e la vita famigliare.
Nella nostra Parrocchia il corso è proposto una sola volta, nell’anno, nel periodo ottobre dicembre (circa 10 incontri compresa una giornata domenicale di ritiro, al mercoledì sera dalle ore 21.00 alle 22.30 )
Necessaria la preiscrizione presso il Parroco.
Entro i sei mesi precedenti la data del matrimonio, i nubendi devono iniziare la pratica matrimoniale o presso il parroco di residenza di uno dei due, o presso il parroco dove andranno a risiedere.
Si consiglia il Parroco dove poi la coppia vivrà la vita coniugale o anche il Parroco presso il quale si è fatto il corso fidanzati.
Quali documenti (base) produrre:
- certificato contestuale di stato libero (rilasciato dal comune di residenza)
- certificato di battesimo e di cresima
- certificato di partecipazione all’itinerario di formazione al matrimonio (corso fidanzati)
- dati relativi alla Parrocchia ed al luogo dove si sposeranno ed anche Professione e dati personali
- impegno dei fidanzati (documento compilato al termine del corso fidanzati)
con questi documenti ci si reca in segreteria parrocchiale per iniziare l’istruttoria matrimoniale.
Le pubblicazioni parrocchiali e civili saranno poi consegnate dal Parroco, durante il colloquio.
Il matrimonio nasce dal consenso personale e irrevocabile degli sposi. «Il consenso matrimoniale è l’atto della volontà con cui l’uomo e la donna, con patto irrevocabile, danno e accettano reciprocamente se stessi per costituire il matrimonio».
«La Chiesa normalmente richiede per i suoi fedeli la forma ecclesiastica della celebrazione del matrimonio». Perciò, «sono validi soltanto i matrimoni che si contraggono alla presenza dell’Ordinario del luogo o del parroco o del sacerdote oppure diacono delegato da uno di essi che sono assistenti, nonché alla presenza di due testimoni, conformemente, tuttavia, alle norme stabilite» dal Codice di Diritto Canonico (CIC, 1108 § 1).
Diverse ragioni concorrono a spiegare questa determinazione: il matrimonio sacramentale è un atto liturgico; introduce in un ordo ecclesiale, creando diritti e doveri nella Chiesa, fra gli sposi e verso i figli. Poiché il matrimonio è uno stato di vita nella Chiesa, è necessario che vi sia certezza su di esso (da qui l’obbligo di avere dei testimoni); e il carattere pubblico del consenso protegge il “Sì” una volta dato e aiuta a rimanervi fedele.
«Le proprietà essenziali del matrimonio sono l’unità e l’indissolubilità, che nel matrimonio cristiano conseguono una peculiare stabilità in ragione del sacramento» (CIC, 1056). Il marito e la moglie «per il patto di amore coniugale “non sono più due, ma una sola carne” (Mt 19, 6). Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l’indissolubile unità».
«L’unità del matrimonio confermata dal Signore appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità personale sia dell’uomo che della donna, che deve essere riconosciuta nel mutuo e pieno amore. La poligamia è contraria a questa pari dignità e all’amore coniugale che è unico ed esclusivo».
«Nella sua predicazione Gesù ha insegnato senza equivoci il senso originale dell’unione dell’uomo e della donna, quale il Creatore l’ha voluta all’origine: il permesso, dato da Mosè, di ripudiare la propria moglie, era una concessione motivata dalla durezza del cuore (Mt 19, 8); l’unione matrimoniale dell’uomo e della donna è indissolubile: Dio stesso l’ha conclusa. “Quello, dunque, che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi” (Mt 19, 6). In virtù del sacramento, col quale gli sposi cristiani manifestano e partecipano del mistero dell’unità e del fecondo amore fra Cristo e la Chiesa, l’indissolubilità acquista un significato nuovo e più profondo, aumentando la solidità originale del vincolo coniugale, in modo che «il matrimonio rato [ossia, celebrato fra battezzati] e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte»